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Il libro Stop food waste day

La giornata mondiale dello Stop food waste day è trascorsa da poco (il 26 aprile ndr) ed è stata un successo globale al ritmo di questo claim: “Prevent, Inspire and Repurpose”. Tre azioni clou alla base della filosofia del no waste. La prima in particolare si fonda su un concetto chiave: lo spreco va combattuto partendo dalla base. Ma in che modo, e di preciso da dove si parte? Qui senza dubbio gioca un ruolo fondamentale la tecnica del sottovuoto, che agisce sulla fase di conservazione del cibo.

Stop Food Waste!

Gli alimenti vanno maneggiati nel modo più attento possibile, per evitare il deterioramento e prolungarne la durata nelle giuste condizioni e prima della scadenza, ma è importante anche la pianificazione dei pasti in anticipo (il meal prepping) per utilizzare solo il necessario, senza spreco di cibo, tempo e soldi.

Proprio per promuovere questa filosofia e creare consapevolezza per dodici mesi, e non solo durante l’appuntamento annuale del 26 aprile, è nato il cookbook digitale Stop Food Waste Day. Si può consultare gratuitamente ed è ricco di consigli e spunti utili da condividere. Raccoglie le ricette di oltre 50 chef da quasi 40 Paesi diversi, dal Giappone passando per la Norvegia e il Messico, per mettere in tavola dei pasti speciali che regalano una seconda vita a ingredienti, invece di sprecarli, e trasformarsi così in antipasti, piatti di portata e dessert.

Il contributo italiano

Tra i protagonisti del libro, c’è anche uno chef italiano che condivide il suo piatto anti-spreco: è Michele Bollino, da sempre attento al legame tra cibo e ambiente, che propone una pasta condita con del pesto vegetariano a base di melanzane e pomodori ciliegini (dei quali non ha gettato nemmeno i gambi). «Un’idea originale per combinare il binomio good&healthy con quello di cibo a impatto zero. In questo piatto non abbiamo sprecato niente: è stato usata ogni parte delle verdure e unite insieme per completare la preparazione» sottolinea nella sua introduzione della ricetta. Un altro piatto da non perdere è quello della chef americana Nikki Santiago: la sua banana peel tapa è a base di buccia di banana ed è un piatto tipico nelle Filippine. «Tutti pensano non sia commestibile, e invece lo è. Anzi, è ricca di vitamine, fibre e proteine» racconta. Lo conferma anche uno studio pubblicato su ACS Food Science & Technology. Ma lo sa anche Nigella Lawson, che per il suo famoso banana skin curry utilizza le bucce di banana come ingrediente. Lo sai che, se essiccate e ridotte in polvere (poi conservale sottovuoto), possono anche essere aggiunte all’impasto di biscotti? Con l’extra plus che i cookies si mantengono più a lungo.

La bruciatura da freddo

Nel decalogo di consigli all’inizio del cookbook ce n’è uno che, nella nostra ottica, ci colpisce. È il n. 6 e dice così: “Less air = less freezer burn”. La bruciatura da freddo è quella che entra in gioco quando il cibo si ossida e cambia colore, pur essendo conservato nel congelatore. Succede perché gli alimenti non sono avvolti in modo sicuro con imballaggi ermetici e di conseguenza vengono a contatto con l’ossigeno. Non è nulla di pericoloso per la nostra salute, ma il sapore cambia e si modifica in negativo. La strumentazione per fare il sottovuoto in questo caso è l’unica soluzione per evitarlo. Un altro tip che condividiamo è quello sulle verdure che per sbaglio si cuociono troppo, come le patate o le carote: mai buttarle via perché con un po’ di creatività si può dare loro nuova vita… un purè, una zuppa, un hummus alternativo o una salsa chutney sono solo alcune delle possibili alternative per riutilizzarle. E anche qui il sottovuoto può essere una strada per conservarle nell’attesa di dare loro una seconda chance.

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